Svegliarsi una mattina e scoprire che, per motivi di sicurezza internazionale, Internet è stato bloccato per sempre. Succede al protagonista di questo libro che, da un giorno all’altro, come tutti, ora si sente straniero in un villaggio che di globale non ha più niente. La vita di milioni di persone viene sconvolta. Senza Internet sono andati in fumo sviluppo tecnologico e digitale, Web, connessioni, applicazioni, domotica, automazione e robotizzazione, streaming, YouTube, WhatsApp, Facebook, Twitter. Niente più foto su Instagram, niente Cloud, niente e-mail. Per spedire una lettera occorre tornare a fare la fila all’ufficio postale. E per un bonifico bisogna recarsi necessariamente in banca. Nessun acquisto online: Amazon deve vendere i suoi prodotti come si faceva un tempo con Postalmarket. TripAdvisor è solo un ricordo. Tornano ad affollarsi le agenzie di viaggi. Torna la gente davanti alle edicole.
Della grande rivoluzione digitale e delle trasformazioni socio-economiche e culturali generate con il passaggio dalla tecnologia meccanica ed elettronica di tipo analogico a quella degli elaboratori computerizzati non resta più nulla. E’ come un salto indietro nel tempo. L’autore ne approfitta per soffermarsi su un mondo, quello di Internet, fino ad oggi messo in discussione per il pericolo di una eccessiva intossicazione da bit: troppi sms, troppi social, miliardi di dati nelle mani delle big tech. Dallo scandalo Facebook, con la violazione di milioni di profili da parte della società britannica Cambridge Analytica, alla quiete digitale, Antonio Pascotto si pone una serie di interrogativi sugli effetti della tecnologia e sull’utilizzo di smartphone e social network. Lo fa con uno sguardo rivolto ai più giovani, che si erano illusi di vivere nel migliore dei mondi possibili. Ma ora devono fare i conti con il mondo senza Internet. Loro sono sconvolti, lui in fondo non è poi così disperato.