Sin da ragazzi io e i miei amici adoravamo la lettura. Per leggere i giornali gratis ci recavamo dal barbiere, o al bar all’angolo, dove i quotidiani erano poggiati sul frigo dei gelati. Io sono stato fortunato, mio zio mi portava al circolo della stampa, dove sui tavolini c’erano quasi tutti i quotidiani. Senza Internet si leggeva di più. Soprattutto i libri. E’ un paradosso, lo so, ma avevamo a disposizione quel tempo che in futuro ci sarebbe stato sottratto dalla tecnologia. Senza connessione non potevamo dialogare su Facebook, ma a quei tempi con un buon libro si dialogava con gli scrittori del passato. In biblioteca ci passavo ore e ore. Era come calarsi in una atmosfera magica.
Aprivo tutti i volumi che in qualche modo catturavano la mia attenzione. Mi immergevo in storie fantastiche, come L’isola del tesoro o Ventimila leghe sotto i mari. O nei gialli dei ragazzi pubblicati dalla Mondadori: Hardy Boys, I tre investigatori, Nancy Drew, Pimlico Boys, Marcello e Andrea. Ma anche in letture più impegnative, come i romanzi di Alexander Dumas. Era come possedere una macchina del tempo che mi trasportava da un luogo all’altro.
Mi sentivo come il leggendario Marty McFly in ‘Ritorno al futuro’, il fortunatissimo film di Robert Zemeckis con Michael J.Fox. Avevo una visione ampia delle cose grazie alla lettura. Alla fine il mondo senza Internet non era poi così male.