Torino non è soltanto un’illusione. Torino è la città che ti accoglie anche se arrivi da molto lontano. Mi è sempre piaciuta, pure in epoca non sospetta, quando era considerata una città grigia. Sarà stata la presenza della Fiat. A me piaceva in particolare per questo, perché aveva dato a tanta gente una opportunità di lavoro. Ne ho conosciute tante di persone che erano andate a Torino per lavorare al Lingotto. Moltissimi meridionali. C’ero andato anch’io, qualche anno più tardi, in occasione della nascita del Pd.
Tempi moderni, dove al posto dello stabilimento trovai un complesso multifunzionale con annesso centro commerciale e un Walter Veltroni tonico che lanciava un nuovo partito. Un’unica missione: fare un’Italia nuova. Poi sappiamo come è andata a finire. Nel senso che Veltroni ha lasciato la politica per dedicarsi ai libri e al cinema. Con l’eccezione di qualche settimana fa, quando è intervenuto con un altro sentito discorso alle celebrazioni per il decennale della nascita del Pd.
Ma torniamo a Torino, con le sue grandi piazze e i suoi portici. Che poi ho capito perché ce ne sono tanti. Servono per ripararsi dal freddo, intenso, che senti addosso più che in altri posti. Ma Torino è così bella che non ci pensi più, e giri in lungo e in largo senza stancarti mai. Da piazza San Carlo a piazza Castello, il Palazzo Reale, via Po, l’immensa piazza Vittoria, il lungo fiume.
Eppoi la Mole, che ti appare all’improvviso, senza che te lo aspetti. Cioè, lo sai che prima o poi dovrai vederla, ma è sempre così, la sensazione è quella. E ti manca il fiato. Fa freddo, ma che importanza ha? Mi viene in mente una canzone, poi un’altra e un’altra ancora.
A piazza Castello trovo un raduno di golden retriever. Il tempo per pensare anche a Belle, la cagnolona che ho lasciato a Roma. Poi mi immergo di nuovo nella storia. Il cielo su Torino è azzurro, altro che città grigia. E la neve che rimane fissa sui tetti la rende ancora più magica. Così come il mercatino allestito a piazza Castello.
Attraverso le strade dritte, giro tra i vicoli e quando cala il buio mi sembra di vedere qualche folletto spuntare da dietro gli angoli. Perché Torino è un punto del triangolo magico che si compone con Praga e Lione. Ne ho lette molte di storie. Ma ci sono anche tante luci. Manca poco al Natale. Però non sono le classiche luminarie, ma vere e proprie opere d’arte. Si sono dati da fare gli artisti che hanno creato questa suggestiva scenografia che segue un lungo percorso tra vie e negozi aperti in questo periodo fino a tardi. E questa è una novità.
Ma a Torino la gente si è sempre data da fare. Coinvolgendo anche chi arriva da lontano. Perché qui tutti diventano torinesi. A partire dai francesi, e non solo per un fatto storico. Se ne vedono molti in giro. Così come gli americani e i tedeschi. Del resto dopo qualche difficoltà diventarono torinesi anche i tanti meridionali emigrati al nord in cerca di fortuna. Se tutto il mondo è paese, Torino è il paese più grande. Torino non è soltanto un nome, cantava Venditti, ma un grande coro di persone. Torino vuol dire Napoli che va in montagna.