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Confronto sul futuro della professione: l’IA sarà una risorsa o un rischio? L’evento è stato organizzato dall’Associazione Giornalisti Vesuviani

“Intelligenza artificiale: risorsa o pericolo per il giornalismo?”. Su questo tema si sono confrontati giornalisti e sociologi in un incontro organizzato a Pompei questo il tema dall’Associazione giornalisti vesuviani intitolata a Carmine Alboretti. I lavori sono stati introdotti dal presidente dell’associazione,
Antonio D’Errico, che ha ricordato la figura di Carmine Alboretti, giornalista che si è impegnato per la
valorizzazione e il racconto del suo territorio.
Il primo a prendere la parola è stato il sociologo Derrick De Kerckhove, che ha parlato del potere creativo della parola e dell’uomo mettend tutti in guardia sul “capitale cognitivo personale che rischia di essere perso se non si legge niente”.

Poi è stata la volta di Maria Pia Rossignaud, giornalista e direttrice della rivista di cultura
digitale “Media Duemila”, che ha fatto il punto sulle difficoltà che già da tempo interessano il mondo del giornalismo.

Per Michele Mezza, giornalista, saggista e docente universitario, la forza del potere creativo della parola è essenziale, così come è fondamentale, a questo punto della storia, puntare sulla digitalizzazione e sulle nuove tecnologie. altrimenti si rischia di rimanere indietro rispetto allo stesso utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Sulla stessa linea Antonio Pascotto, giornalista, scrittore, caporedattore di Tgcom 24 Mediaset e
autore di un libro dal titolo “Romanzo Digitale”, dove il protagonista immagina un futuro dove avremo sempre di più a che fare con intelligenza artificiale, robot e metaverso. Pascotto ha fatto riferimento al lavoro che si svolge nelle redazioni, dove già oggi i profili più richiesti sono quelli di giovani che hanno competenze con le nuove tecnologie. Tuttavia – ha sottolineato – non bisogna mai perdere di vista la capacità di chi, per professione, è curioso e vuole consolidare il proprio ruolo di mediatore tra quello che succede nel mondo e il pubblico. Un pubblico più preparato, è vero, rispetto al mondo che cambia, più tecnologico, ma anche più esposto ai pericoli di una disinformazione dettata dal flusso di informazioni che circola su internet. “L’intellligenza artificiale può essere un ottimo supporto al lavoro del giornalista – ha detto Pascotto – ma la sua forza sta nel dare risposte e non nel fare domande. Per quelle ci pensano ancora i giornalisti. Hanno un’esclusiva. E forse l’intelligenza artificiale non risucirà mai a fare uno scoop”.

Nella sua relazione il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli Gennaro Annunziata, iscritto anche
all’albo dei pubblicisti, ha fatto una panoramica degli attuali strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale, con riferimento ai principali ambiti d’utilizzo nel giornalismo, come la reportistica automatizzata,
l’analisi di grandi quantità di dati e la generazione di contenuti scritti, fotografici
e video.

Ha chiuso i lavori Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, che ha parlatro dell’impegno di tante testate giornalistiche che ancora lavorano sui territori e sono punto di riferimento
per i lettori, confermando la necessità di intervenire sulla formazione e sulla professionalità delle giovani generazioni che ancora, fortunatamente, si avvicinano al giornalismo.

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