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Attività o passività sono termini che possono assumere diversi significati. Per qualcuno leggere il giornale o guardare la televisione è già un’attività. E chi usufruisce di un media, un consumatore lettore, ascoltatore o spettatore, è automaticamente un produttore di cultura. Oggi l’attività non riguarda solo l’interazione con i mezzi, come la possibilità di passare da un canale televisivo all’altro aprendo più finestre informative, o sfogliare un giornale digitale con il semplice tocco delle dita. Attività vuol dire partecipazione, collaborazione, manipolazione e materializzazione del messaggio a seconda del mezzo. Le forme di espressione cambiano rispetto agli strumenti utilizzati. Redigere una lettera o un articolo con la penna o con il computer, o con la vecchia macchina per scrivere, non è la stessa cosa. Con un software è possibile tradurre il pensiero in scrittura, e anche in questo caso il risultato può essere diverso. Ci sono differenze di moduli, di impostazione, di stile, si passa da una scrittura impersonale a una scrittura privata, o convenzionale. La scrittura elettronica ha sollevato polemiche. Ma è solo una questione di cultura.

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