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Siamo passati dalla guerra al virus alla guerra vera. Stavolta il nemico non è invisibile, stavolta il nemico è l’uomo stesso. Come se non bastassero le paure di questi ultimi anni, i timori per un attacco al nostro sistema immunitario. Ora l’attacco arriva da un missile o da una bomba sganciata da un aereo. I termini bellici che abbiamo utilizzato per descrivere la lotta al Covid li ritroviamo nel conflitto, quello provocato dagli uomini contro altri uomini nel nome di una logica che di logico non ha nulla. La conquista di un territorio per la supremazia di un popolo che si nasconde dietro una presunta necessità di sicurezza non giustifica nulla di quello che succede in Ucraina. E ancora una volta siamo alle prese con un vocabolario che abbiamo aperto più volte in questi mesi.

Il linguaggio bellico col quale è stata raccontata la pandemia lo ritroviamo nella guerra che in queste ore sta portando morte e distruzione. La metafora si è trasformata di nuovo in realtà, non è più un espediente per evocare immagini forti che provocano ansia e paura. Il bollettino quotidiano dei contagi si è trasformato in bollettino di guerra. Ed è sempre alto il numero delle vittime. Dalla battaglia negli ospedali siamo tornati alla battaglia sulle strade. I soldati sono impegnati in prima linea. Come i cittadini, come i volontari. Si combatte. Uccideva il virus, uccidono gli uomini, uccidono *i missili. E c’è un popolo che resiste. Prima contro il virus, ora contro il nemico che lo attacca. Ci siamo difesi durante la pandemia, ci difendiamo durante la guerra. C’era il coprifuoco nelle settimane del lockdown, c’è il coprifuoco per mettersi al riparo dalle bombe. C’erano gli eroi, medici, infermieri, sanitari, che lottavano in trincea, nelle rianimazioni. Ecco, gli eroi. Li vediamo anche oggi, che corrono in soccorso dei profughi, che si prendono cura di anziani, donne e bambini. Gli eroi, uno spiraglio di luce, un barlume di speranza, nel buio della guerra inutile, stupida, come tutte le guerre.

NELL’IMMAGINE: Cagnaccio di San Pietro, Cromografia di guerra – scoppio di una granata, 1915-1917

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