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Le cose bisogna sempre dirle, costi quel che costi. O no? Dobbiamo sempre gridare al vento la verità oppure, quando è il caso, fare finta di niente e rimanere in un sordo silenzio? Da giovane ho avuto più di qualche rimprovero perché, secondo molti, avevo un grosso difetto: dire sempre quel che pensavo. La verità, il senso di giustizia, la necessità di non nascondersi mai erano per me fondamentali. E ancora oggi è così. E ancora oggi, per gli stessi motivi di tanti anni fa, vengo rimproverato. Eppure mi sembra scontato. Ho scelto di fare il mestiere che faccio proprio per quei motivi. Certo, a volte dire le cose come stanno non risolve i problemi. Anzi, può anche peggiorarli. Però, se questo è il prezzo da pagare, allora bisogna metterlo in preventivo e andare comunque avanti.

Proprio in questi giorni escono in libreria due volumi. Il primo è di Roberto Saviano. Il titolo è Gridalo. L’autore invita tutti a una riflessione attraverso una serie di storie di uomini e donne che svelano dinamiche nascoste, anche pericolose, che però ci mettono davanti a una serie di interrogativi. Davvero siamo ridotti a consumatori manipolati dagli algoritmi? Davvero questo è il solo mondo possibile? Oppure, ecco la riflessione forte, potente, possiamo aprire gli occhi e gridare al mondo intero quello che non va, quello che non è giusto, quello che si dovrebbe fare?  Saviano fa un salto indietro nel tempo, quando un uomo si ferma davanti a una scuola e vede uscire un ragazzo di sedici anni che ha davanti a se un cammino non facile. Vorrebbe poterlo aiutare ma non gli è concesso. Però  può raccontare i percorsi di vita di tanti personaggi che possono in qualche modo aiutare quel ragazzo oggi diventato adulto e quelli che adulti ancora non sono: Giordano Bruno, Anna Achmatova, Robert Capa, Jean Seberg, Martin Luther King, Francesca Cabrini sono solo alcuni di questi personaggi.

Il seconto libro porta la firma dell’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. S’intitola Le cose che non diciamo (fino in fondo), una radiografia della crisi italiana. Le cose che non diciamo sono quelle che ci impediscono di volgere lo sguardo verso una prospettiva migliore per il nostro Paese e per noi stessi. Spesso facciamo finta di niente, e non ci accorgiamo del danno che facciamo. De Bortoli parte dal momento difficile che stiamo attraversando, che poi diventa il punto cardine del suo scritto: la pandemia. C’eravamo illusi che il peggio fosse passato, e non ci siamo accorti dei ritardi, dei mancati investimenti, della mancata preparazione di un capitale insostituibile, quello umano. Il discorso si allarga, e il libro di De Bortoli diventa un  trattato di economia che parla di industria, scuola, posti di lavoro, liquidità e crisi, appunto. Le bugie non risolvono i nostri problemi e quelli della società. Mentre la sincerità e il realismo sono indispensabili.

Ecco, due libri che, ognuno a modo suo, ci invitano a dire sempre la verità, a dare e fare di più. Mentre sfoglio quasi contemporaneamente le pagine dei due volumi imito Saviano, faccio un salto indietro nel tempo e torno davanti alla scuola dove un ragazzotto  di provincia discute animatamente con un gruppo di suoi coetanei. Non ha paura di dire quello che pensa. Lo grida ai quattro venti. Forse non risolve nulla, o forse no. Ma è convinto che mai nessuno gli impedirà di parlare e di dire quello che pensa. Costi quel che costi.

IMMAGINE DI COPERTINA: dipinto la Verità che esce dal pozzo, Jean-Léon Gérome, 1896.

…La Menzogna disse alla Verità ‘Facciamo un bagno insieme, l’acqua del pozzo è molto bella’ La Verità, ancora sospettosa, provò l’acqua e scopri’ che era davvero bella. A quel punto si spogliarono e fecero il bagno. Ma improvvisamente la Menzogna usci’ dall’acqua e fuggi’, indossando i vestiti della Verità. La Verità, furiosa, usci’ dal pozzo per riprendersi i vestiti. Ma il mondo, vedendo la Verità nuda, distolse lo sguardo, con rabbia e disprezzo. La povera Verità tornò al pozzo e scomparve per sempre, nascondendo la sua vergogna. Da allora, la Menzogna gira per il mondo, vestita come la Verità, soddisfacendo i bisogni della società…Poiché il mondo non nutre alcun desiderio di incontrare la Verità nuda.

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